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bambini del mondo

Diritti negati e lavoro minorile

Il lavoro minorile è una realtà, purtroppo, molto diffusa nel mondo; consiste nel fare lavorare i bambini sotto i sedici anni, pagandoli poco, facendoli lavorare per molte ore al giorno, impiegandoli in mestieri molto pesanti, senza nessuna tutela. A questi malcapitati bambini fanno svolgere i lavori più vari:
lavoro in famiglia
lavoro nelle piantagioni
lavoro in strada
e perfino prostituzione.
Attualmente nel mondo lavorano circa 246 milioni di bambini, soprattutto in Asia. Ho letto molte storie, che per fortuna quasi sempre hanno avuto un lieto fine, ma quella che mi ha colpito di più è stata quella di Mohen, un ragazzo pakistano, che con suo fratello Nihal, ha iniziato a tessere tappeti a quattro anni. Ogni giorno rischiavano di tagliarsi le mani, ma per fortuna alcune delle associazioni umanitarie sono riuscite a liberarli. Il lavoro minorile ha moltissimi effetti negativi, infatti, delle ricerche di esperti dicono che, se i bambini lavorano oggi, domani si ammaleranno più facilmente ed avranno meno educazione per prevenire le malattie o trovare altri impieghi e quindi arrecheranno un costo maggiore agli stati per le spese sociali; inoltre, io non so come si riesca a fare lavorare un bambino così innocente ed a costringerlo ad abbandonare i giochi così presto.
Molti pensano che in Italia il problema del lavoro minorile non ci sia un traffico di, ma si sbagliano; infatti, anche in Italia ci sono dei bambini sfruttati che svolgono diverse mansioni:
lavoro occasionale
lavoro estivo o stagionale
lavoro continuativo.
Queste mansioni vengono svolte soprattutto nel SUD dell' Italia, dove i minori vengono sfruttati dai clan mafiosi o dagli agricoltori per lavorare nelle coltivazioni, per lo più in quelle di agrumi.
Anche al NORD-EST la percentuale dello sfruttamento minorile è molto alta, di solito i ragazzi lavorano nelle aziende di famiglia, che però non sempre resistono alla concorrenza. In futuro questi ragazzi potranno non trovare lavoro, perché quando dovevano andare a scuola non l'hanno fatto e quindi non hanno alcuna specializzazione, né istruzione adeguata. Purtroppo oggi in Italia si contano ancora almeno 500.000 minori di quattordici anni che lavorano in nero.
I diritti dei bambini sono contenuti nella "Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia" approvata dall' ONU nel 1989. Essa contiene 54 articoli e fornisce indicazioni per la tutela dei minori di sedici anni. Questo testo riconosce le prerogative dei fanciulli, difende l'obbligo dell'istruzione, riconosce il diritto al riposo e allo svago e riconosce il diritto del bambino di essere protetto dallo sfruttamento economico.
Io, che sono italiana, mi ritengo molto fortunata perché ho tutti i diritti, posso andare a scuola e non lavoro, così, leggendo libri o guardando documentari sui paesi più poveri del mondo, mi rendo conto della mia fortuna e di quanto è importante lo studio per sapere scegliere tra il bene e il male.
Per difendere i diritti dei bambini sono attive delle organizzazioni: molte sono ONG cioè le organizzazioni non governative, accanto a queste c'e l'UNICEF, l'organizzazione delle Nazioni Unite per difendere i diritti dei bambini. È la più importante perché è sostenuta da tutti i paesi del mondo. Queste associazioni aiutano i bambini a far valere il loro diritti, togliendoli dal lavoro e aiutandoli a frequentare la scuola. Secondo me, il lavoro minorile è una piaga mondiale che dovrebbe essere fatta conoscere in tutto il mondo per combatterla.

Simona P. classe 3A Fontaneto

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I diritti negati: lavoro minorile

Il lavoro minorile è un problema ancora molto diffuso, soprattutto nei paesi meno sviluppati del mondo, dove sono presenti la povertà, la fame e la paura di non riuscire a sopravvivere. È lì che, a causa di queste situazioni difficili, vengono fatti lavorare i bambini e i ragazzi sotto i 16 anni. Essi vengono privati dei loro diritti, velocizzando la loro crescita, facendoli lavorare al punto da non concedere loro la possibilità di andare a scuola. Essi vengono sfruttati in modo vergognoso con il rischio di farsi molto male e, se questo succede, il padrone è difficile che denunci l'infortunio, perché poi deve pagare una multa o può avere problemi con la legge. Tra i vari esempi di lavoro minorile ascoltati in classe, mi ha colpito uno proviene dalla Costa d'Avorio, dove una ragazza è stata venduta dalla madre per racimolare qualche soldo così per poter far vivere la famiglia. Un altro esempio riguardava il Brasile, e raccontava di un ragazzo, Gilberto, di soli quattordici anni, con un curriculum di lavori svolti che farebbe invidia agli adulti. Gilberto ha fatto molti lavori, tra i quali il musicista, il lavavetri e molti altri. Infine, abbiamo letto di un ragazzo, proveniente dall' India che lavorava in una fabbrica tessile e i pochi soldi che prendeva li dava alla madre per poter vivere.
Queste storie sono finite bene grazie anche ad alcune organizzazioni non governative (O.N.G.) che hanno tolto questi bambini dalle fabbriche. Le O.N.G. stanno lavorando molto bene per cercare di salvare i minori costretti a lavorare ma sono veramente tanti i bambini sfruttati nel mondo. Perciò dobbiamo cercare di aiutare queste organizzazioni nel loro impegno, dando loro il massimo sostegno per la lotta contro lo sfruttamento minorile.
Anche in Italia, dove la maggioranza dei ragazzi frequenta la scuola, esiste questo tipo di sfruttamento, soprattutto nel sud e nel nord-est del Paese. Ci sono minori che vengono fatti lavorare nelle fabbriche a conduzione familiare o nei campi e vengono pagati pochissimo. Lo stato ha creato delle leggi che proibiscono questo tipo di sfruttamento, ma i ragazzi vengono fatti lavorare di nascosto, con il termine tecnico "di lavoro in nero", così i datori di lavoro riescono a farli passare inosservati. In alcune zone ad alta criminalità, i giovanissimi vengono sfruttati anche per attività illecita come portare i messaggi tra bande della camorra. In Italia, sono almeno cinquecentomila i minori di quattordici anni che abbandonano la scuola, magari con l'illusione che sia meglio lavorare subito.
Secondo me, è un fatto grave che questi ragazzi vengano sfruttati, perché tutti i bambini hanno dei diritti e dei doveri, questi doveri però non sono quelli di lavorare, ma quelli di andare a scuola, che è la cosa più importante, e crescere sani, sviluppando in modo sereno le proprie capacità. Se mi guardo intorno ci sono dei ragazzi che hanno la possibilità di frequentare una scuola e imparare, ma lo fanno mal volentieri; mentre chi non ha questa possibilità, in altri luoghi, è costretto a lavorare. Perciò è indispensabile riflettere su questa differenza e chi ha il vantaggio di poter studiare deve sfruttarlo e non prenderlo come una pura costrizione. Ma soprattutto dobbiamo pensare che qualcuno è più sfortunato di noi. Se non ci impegniamo ad aiutare questi bambini, la situazione potrebbe peggiorare molto, portando questo problema ad un livello insostenibile, con troppe persone che hanno davanti a sé un futuro triste. La cosa che mi fa più arrabbiare è che i bambini non possano avere i loro diritti: quello di giocare e vivere la propria adolescenza lontano dal lavoro. La colpa del lavoro minorile, secondo me, è solo in parte dei genitori dei ragazzi, perche, molte famiglie non hanno alternative a causa della povertà, quindi bisogna dare a queste famiglie il lavoro necessario a mantenersi. Secondo i ragazzi, che raccontano le loro esperienze di lavoro e che oggi sono stati aiutati dalle O.N.G. l'alternativa c'è, basta che i governi e la comunità internazionale vogliano cercarla.

Luca F. classe 3A Fontaneto

foto bambini al lavoro


Aggiornato il 18 ott 2012 | isticomomo@genie.it

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