La Grande Guerra raccontata da Paolo Montini: i ragazzi riflettono...
Il giorno 14 marzo è venuto nella nostra scuola Paolo Montini, studioso membro dell’Associazione Storica "Cime e Trincee", che ci ha parlato della Grande Guerra; non ci ha illustrato i soliti avvenimenti scritti nei libri di storia, ma ha raccontato delle condizioni in cui vivevano le persone colpite dalla guerra. In particolare, ci ha parlato dei soldati costretti a stare nelle trincee in mezzo metro quadro, con la consapevolezza di poter morire da un momento all’altro e di non rivedere più le persone care. E’ una cosa molto triste da pensare. I soldati erano per la maggior parte giovani, avevano ancora una vita da vivere, mentre quasi tutti sono morti. Questo ci dice che la vita è un bene che non si deve sprecare; oggi molti giovani la buttano via compiendo cose stupide, come assumere droga o altro, chissà cosa penserebbero i soldati vissuti durante la Prima Guerra Mondiale della situazione di adesso…Loro che volevano solo riabbracciare i propri cari…

La cosa che mi ha colpito di più dalle parole di Paolo Montini è stata la speranza di questi giovani, che aspettavano con ansia le lettere dei propri familiari, sapendo che quando queste notizie arrivavano la giornata era migliore e continuavano a sperare di vivere e tornare a casa.
Tutte queste persone hanno sofferto molto e meritano di essere ricordate.
(Sara)

Questo incontro è stato molto interessante e profondo, abbiamo capito cos’è stata la Grande Guerra, dove l’aggettivo “grande” in confronto ai fatti successi è persino riduttivo. Mi hanno colpito le situazioni in cui le donne, i bambini, gli anziani trovandosi in difficoltà economica, furono costretti a sostituire gli uomini nei lavori dei campi e nelle fabbriche.
Mi ha colpito anche la tragicità della guerra di mina: i soldati sentivano il nemico scavare la galleria sotto di loro e non potevano scappare. Era terribile: prima che avessero avvisato il comando e ricevuto ordini, i soldati del presidio erano già saltati sulla mina!
(Edoardo)

Il racconto della Prima guerra mondiale mi ha fatto capire che noi in confronto a quei giovani siamo molto fortunati, non so come riuscissero a vivere nelle trincee in quelle dure condizioni, sapendo che si rischiava la morte da un momento all’altro. La cosa che mi è piaciuta di più è il fatto accaduto: un giorno, di quegli anni di guerra, gli italiani e gli austriaci hanno condiviso pane, legna e sigarette...(Chiara)

Il signor Paolo, parlando di questi soldati che stavano nelle trincee, si è emozionato e noi abbiamo capito che dobbiamo portare avanti questa speranza… Se sono riusciti loro, anche noi dobbiamo farcela e affrontare la vita!
Io ringrazio moltissimo Paolo, perché ci ha raccontato in modo semplice ma approfondito gli orrori della guerra. Mi è piaciuta moltissimo una frase: “Gli uni accanto agli altri, i vivi accanto ai morti” queste parole, piene di significato, descrivono la vita quotidiana nelle trincee ma danno anche l’idea della solidarietà e del combattere e sostenersi.
(Gaia)


Classe 3A - Sc. sec. Fontaneto







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