Allegato 5 - Protocollo di accoglienza di alunni stranieri



ALLEGATO 5 - PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA DI ALUNNI STRANIERI

Premessa
Il Protocollo di Accoglienza è un documento che è stato deliberato dal Collegio dei Docenti. Contiene criteri, principi, indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento degli alunni stranieri, stabilendo anche compiti e ruoli degli operatori scolastici. Inoltre, definisce le possibili modalità e fasi dell’accoglienza scolastica e dell’inserimento degli alunni nelle sezioni/classi.
L’adozione del Protocollo da parte della scuola garantisce l’attuazione delle normative ministeriali che attri-buiscono al Collegio dei Docenti molti compiti deliberativi in tal senso.

Accoglienza
Il D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394, all’art. 45 attribuisce al Collegio dei Docenti numerosi compiti deliberativi e di proposta in merito all’inserimento nelle classi degli alunni stranieri. Per sostenere questi compiti, la Funzione Strumentale per l’intercultura o la figura equivalente (d’ora in poi “Referente”), previa comunicazione alla segreteria e in accordo con il Dirigente Scolastico, provvede ad attivare presso il plesso di destinazione dell’alunno un apposito gruppo di lavoro, con compiti consultivi, gestionali e progettuali in merito alla scolarizzazione del neo arrivato, anche in corso d’anno.

Iscrizione
L’iscrizione rappresenta il primo passo di un percorso d’accoglienza dell’alunno straniero e della sua famiglia. È utile indicare all’inizio dell’anno scolastico, fra il personale di segreteria, chi è incaricato del ricevimento delle iscrizioni degli alunni stranieri, anche al fine di affinare progressivamente abilità e competenze comunicative e relazionali che aiutino l’interazione con i nuovi utenti.
Si devono fornire alle famiglie avvisi, moduli, note informative. In questa fase il Referente provvede ad indi-viduare i mediatori linguistico-culturali per permettere la completa comprensione di quanto richiesto e per instaurare un primo positivo approccio alla scuola.
All’atto dell’iscrizione, ai genitori viene comunicato che l’inserimento dei figli nell’Istituto prevede un incon-tro informativo - con il Referente, un insegnante del gruppo accoglienza e, quando necessario, un mediatore, per assolvere alla necessità di una corretta e significativa ricostruzione anamnestica del nuovo allievo. Pertanto, si ritiene necessario dover inserire nel modulo d’iscrizione dell’allievo straniero la seguente dicitura: “Questo Istituto si riserva di convocare la famiglia per un colloquio informativo”.

La prima conoscenza
La prima conoscenza si articola in un incontro con i genitori e un colloquio con l’alunno, eventualmente con la presenza di un mediatore linguistico. In questa fase si raccolgono informazioni sulla storia personale e scolastica dell’alunno, sulla situazione familiare, sugli interessi, sulle abilità, sulle competenze possedute dall’alunno, sempre nel rispetto del diritto alla riservatezza e in sintonia con la disponibilità alla collaborazione dimostrata dalla famiglia. Dagli incontri previsti in questa fase emerge una significativa, per quanto iniziale, biografia dell’alunno. Schema dei dati da raccogliere:

- dati personali
- luogo di nascita
- data di nascita
- nazionalità
- cittadinanza
- data di arrivo in Italia
- indirizzo e telefono
- presenza di altri fratelli e sorelle
- con chi abita l’allievo
- storia scolastica dell’allievo
- scuole e classi frequentate nel paese d’origine
- caratteristiche del sistema scolastico-educativo del paese d’origine
- qual è la frequenza obbligatoria (numero di anni)
- inizio e fine dell’anno scolastico
- età di ingresso nella scuola primaria
- numero medio di alunni per classe
- numero di docenti che operano su ogni gruppo classe
- tempo scuola giornaliero, settimanale e organizzazione annuale
- discipline scolastiche
- esiste una scheda di valutazione (se sì, il mediatore la traduce)
- gratuità dei testi scolastici
- località, scuola e classe eventualmente frequentata in precedenza in Italia
- qual è il livello di scolarizzazione dei genitori
- i genitori pensano di stare a lungo in Italia
- quali sono le aspettative della famiglia per la scuola
- situazione linguistica dell’allievo
lingua usata dallo studente per comunicare:
- con i genitori
- con i fratelli
- con gli altri

lingua d’origine
- lingua familiare
- lo studente la capisce (sì, no)
- lo studente la parla (sì, no)
- è una lingua anche scritta o solo orale
- se scritta, lo studente sa scriverla (sì, no)
- sa scrivere nella lingua na-zionale del paese d’origine (sì, no)
- lo studente in Italia frequenta corsi di apprendimento della lingua d’origine (sì, no)
- se sì, da chi sono organizzati, in quale sede, in quali orari
altre lingue conosciute
- quali
- livello di conoscenza

livello attuale di padronanza della lingua italiana
- orale
- scritta


Proposta di assegnazione alla sezione/classe
Gli elementi raccolti durante le precedenti fasi permettono di assumere decisioni in merito alla sezione/clas-se d’inserimento. I criteri di riferimento per l’assegnazione alla classe sono deliberati dal Collegio dei Docenti sulla base di quanto previsto dalla normativa ministeriale.
Si ritiene che il tempo massimo che deve trascorrere fra il momento dell’iscrizione e l’effettivo inserimento dell’alunno immigrato nella classe non debba superare i dieci giorni.
Il Dirigente Scolastico, il Referente e il gruppo di lavoro istituito all’occorrenza, deliberano la classe o la se-zione in cui inserire l’alunno, tenendo conto
- dell’età anagrafica
- dell’ordinamento degli studi del paese di provenienza
- dell’accertamento delle prove di abilità scolastiche, compreso il livello di Italiano L2
- del titolo di studio eventualmente già posseduto
- delle aspettative familiari
- della reale situazione delle classi di accoglienza
Inoltre, la Funzione Strumentale fornisce ai docenti delle sezioni o classi interessate i primi dati raccolti sugli alunni.

Inserimento nella sezione o classe
La decisione sull’assegnazione a una sezione/classe viene accompagnata dall’individuazione dei percorsi di facilitazione che saranno attuati sulla base delle risorse disponibili. Soprattutto all’inizio, nella fase di prima accoglienza, il rapporto con il bambino o il ragazzo straniero deve essere facilitato dall’utilizzo di tecniche non verbali, quali il disegno, la gestualità, la fotografia, intensificando tutte quelle attività che favoriscono la socializzazione e la conoscenza degli spazi e dei tempi della scuola. Gli insegnanti non devono scoraggiare l’uso della L1, soprattutto per gli allievi non ancora scolarizzati. Perdere progressivamente il contatto con la prima lingua, senza averne ancora acquisita un’altra, ha generalmente effetti devastanti sia sul piano cognitivo sia affettivo e sociale. Inoltre, è necessario che gli insegnanti disciplinaristi abbiano la consapevolezza che la semplice conoscenza della lingua d’uso non garantisce l’apprendimento specialistico.
Gli insegnanti provvedono a dotarsi di strumenti di lavoro, quali vocabolari, manuali e testi specialistici per allievi stranieri, attingendo alla Biblioteca d’Istituto e/o chiedendo consulenza al Referente.
Secondo le necessità e le risorse umane disponibili, gli insegnanti, in accordo con il Referente, stabiliscono se istituire un percorso laboratoriale di immersione linguistica, affinché il neo arrivato possa avere in breve una prima padronanza linguistica che gli consenta di “orientarsi” nella nuova realtà scolastica.
L’inserimento di un allievo straniero, deve, comunque, adeguarsi a criteri di flessibilità e di pluralità di percorsi, uscendo dalla logica di una programmazione curricolare rigida, attraverso la progettazione e realizzazione di moduli formativi ad hoc, individuando aspetti concettualmente irrinunciabili, sfrondandoli di quelli secondari, in modo da produrre un apprendimento della struttura concettuale di una disciplina in tempi relativamente brevi. È necessario uscire da un didattica "uniforme", in cui tutto è presentato nello stesso modo, senza differenziare attività, contenuti e caratteristiche dei singoli, e optare per una didattica “articolata”, basata su presentazioni sintetiche ma comunque complete, unite ad approfondimenti sviluppati con operazioni didattiche diverse dalla lezione frontale e differenziate per i singoli alunni, coinvolgendoli in attività (analisi dei testi, esercizi individuali, lavori di gruppo) che li vedano come protagonisti.
La presenza in classe di facilitatori linguistici può essere possibile anche grazie alla ricerca di collaborazione con gli enti locali e le varie agenzie presenti sul territorio, nonché con le organizzazioni di volontariato.
Devono essere messe in atto anche tecniche di peer tutoring, non solo fra italofoni e stranieri, ma anche fra stranieri e stranieri, senza caricare di eccessiva responsabilità i compagni tutor.
Per quanto riguarda la valutazione, i docenti stabiliscono, nell’ambito delle proprie discipline, i singoli obiettivi, anche molto semplici e quantitativamente limitati, raggiungibili in un determinato periodo e valutano i corrispettivi apprendimenti, dichiarando nella scheda di valutazione i criteri utilizzati. È possibile che alcune discipline non vengano valutate nell’ambito del primo quadrimestre, ma non nel secondo. Se un allievo inizia a frequentare la scuola nel secondo quadrimestre, vale quanto detto sopra circa l’individuazione di minimi obiettivi disciplinari da valutare in base all’impegno prodotto e alle effettive possibilità dell’allievo.
All’inizio dell’anno scolastico (settembre/ottobre) e comunque in occasione di incontri collegiali di Istituto sono indicate le tipologie di intervento che la scuola annualmente è in grado di attivare (laboratori linguistici di italiano L2, progetti in orario scolastico e/o extrascolastico, ecc.), sia attingendo a risorse professionali ed economiche interne sia mediante accordi e convenzioni con enti locali, associazioni, altre scuole del territorio.




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