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La casa incantata

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C.D. Friedrich : Eldena Ruin

Agli inizi dell'Ottocento, in un'incantata valle irlandese sorgeva un paesino chiamato Lifford. Qui viveva una famiglia molto rispettosa e cordiale con gli abitanti. I Mc Flower erano dei grandi lavoratori: il signor Ralph lavorava come astrologo del paese, la signora Mary Rose invece era una sarta. Shirley, la figlia era carina e gentile. I suoi capelli erano castano ramato, i suoi occhi di un azzurro profondo e la sua pelle era candida, morbida e piena di lentiggini. Ellie invece aveva 8 anni ed era l'opposto della sorella: capelli rossicci e occhi color castagna. Lei era un maschiaccio e, infatti, giocava ad arrampicarsi sugli alberi con Paul.
Paul era un bambinetto di 6 anni molto grazioso con delle guanciotte irresistibili.
C'era però un problema nella famiglia: i genitori litigavano sempre e per i figli non era affatto piacevole, soprattutto per una…. Shirley. Lei ne soffriva tanto fin che un giorno, stremata dal pianto, scappò nel bosco di Greenwetch il più nero e tenebroso di tutto il paese. Durante il tragitto più si addentrava nel cuore del bosco, più la strada diventava tortuosa e si sentivano strani versi, cosi che il suo cuore si mise a pulsare per la gran paura! Ad un certo punto vide un edificio e più si avvicinava meglio lo vedeva. Ed ecco. .……lo raggiunse. Era una vecchia casa diroccata. Sbalordita, entrò e udì dei rumori spaventosi. Si sentì sfiorare, però, non c'era nessuno. Successivamente una voce femminile disse - Ciao, come ti chiami?- Shirley si girò e non c'era niente. Poi qualcuno le toccò la spalla. Dallo spavento lei si voltò e vide una bambina molto bella che con tono da scocciata ripeté - Allora, mi vuoi dire come ti chiami? Magari vuoi sapere il mio di nome? Ehi! Oh! ma sei sorda o hai perso la lingua? - Shirley rispose - Sei un fantasma? - La bimba - Sì e allora, ma adesso il tuo nome! - Shirley passato lo spavento rispose - Oh certo! Shirley, mi chiamo Shirley e tu? - Oh era ora! Bene, io sono Emily McCloude e questa è casa mia, o perlomeno era casa mia.- Shirley dubbiosa rispose - In che senso "era casa tua"? - Nel senso che apparteneva ai miei genitori ma soprattutto ai miei nonni, Maggie e George McCloude che erano i più nobili di tutta la contea di Lifford. Erano grandi proprietari terrieri e possedevano molti pascoli, infatti, per loro lavoravano tante persone della contea. Solo che mio nonno voleva vendere tutto compresa la distilleria per partire poi per l'America. Ma i miei genitori non erano d'accordo, lui voleva emigrare ad ogni costo per trovare fortuna come se gli mancasse, pensando solo a sé.
E così dopo l'ennesima litigata con i miei e la nonna, prese il suo cappello e uscì di casa senza neanche guardarmi e mantenne la sua parola ad ogni costo. Aspettò la notte quando tutti noi dormivamo e appiccò un incendio, noi tutti morimmo e mio nonno scappò. A pensarci mi viene da piangere, volevo bene a mio nonno, era un tipo particolare a volte anche divertente e affabile, con lui condividevo la passione per i cavalli e facevamo lunghe passeggiate fino alla costa tra i fiori di erica. A volte mi domando se mi abbia voluto bene, comunque spero che abbia realizzato i suoi sogni. Ora mettiamo da parte la mia triste vita e parlami un po'della tua. - Io mi trovo in un momento di sconforto, i miei genitori litigano spesso anche per motivi banali eppure siamo sempre stati una famiglia serena e così oggi nella disperazione di pianto sono scappata, volevo rifugiarmi lontano dal mio mondo per riuscire a dimenticare e devo dire che questa volta ho avuto successo. Infatti ho incontrato Te, dopo aver superato il momento di paura ora mi rimane solo tanta tenerezza e tristezza per la tua situazione, vorrei poterti aiutare a trovare la serenità. I miei problemi non sono nulla confronto i tuoi, la mia famiglia è ancora vicino a me …. Un po'folle, un po' da risistemare però col tempo ci riuscirò, devo solo rimboccarmi le maniche e ce la farò. Ora il problema più serio è come aiutarti, dimmi come potrei fare cara Emily. - Oh! Dolce Shirley, dovrei solo mettere la mia anima in pace, allora riuscirei a trovare il mio posto, a rincontrarmi ancora con la mia famiglia e vivere di nuovo serena. Oramai sono anni che vago tra queste rovine senza trovare un perché ma ora ho incontrato te e forse qualcosa puoi fare. Mio nonno diceva sempre che sotto alla dodicesima trave della stalla è stata riposta la chiave di un cofanetto in cui è stato chiusa la verità sulla nostra casa. Tu mia cara amica dovrai fare in modo di recuperarla e così questa mia reclusione potrà finire. Shirley, senza batter ciglio, si precipitò nella stalla, contò fino alla dodicesima trave e si arrampicò. … Con traballante insicurezza nelle gambe riuscì nell'impresa, afferrò la chiave e scese. Con Emily si precipitò nella casa cercando il nascondiglio del cofanetto. Ad un certo punto toccando un piccolo mattoncino del camino si spostò una pietra più grossa dove all' interno trovarono il cofanetto…..Le due bambine si guardarono negli occhi fecero un lungo sospiro e si decisero ad aprirlo. All'interno trovarono una lettera, la bambina fantasma riconobbe all' istante la scrittura del nonno. Shirley, con mano tremante aprì la busta, tirò fuori la lettera e guardò la sua giovane amica. Emily annuì con il capo e allora iniziò a leggerla: CARA bambina mia, sono stato un vigliacco non ho saputo affrontare il problema e ho scelto la via più spregevole e meschina ma purtroppo mi ero giocato tutto quello che avevamo in un giro di scommesse clandestine. Ero talmente disperato che volevo fuggire ad ogni costo. Tuo padre non ha voluto capirm, ed io, veramente disperato, senza pensare a quello che avrei perso "il tuo sorriso, il tuo bene" ho agito da vero infame. Vivrò sempre come un cane randagio senza trovare meta e pace. Ma ti ho voluto bene, anche se a volte non te lo dimostravo e non è stata assolutamente colpa tua "bambina mia". PERDONAMI. Pregherò per la tua pace e la felicità nel tuo nuovo mondo, continua a volermi bene. ADDIO.
Le due bambine si guardarono con gli occhi pieni di pianto. Emily disse - Ora ho capito e posso finalmente andarmene anche se a malincuore perché avevo trovato te, una grande coraggiosa amica. Te ne sarò sempre grata e ti proteggerò sempre affinché tu possa vivere sempre serenamente. Vedessi che mondo fatato c' è davanti ai miei occhi. Ti vorrei abbracciare ma come spirito non mi è possibile, ma rammentati sempre che ti voglio bene, ciao Shirley. - E la piccola si alzò in volo come una leggiadra farfalla entrando in un fascio luminoso scomparendo lentamente dallo sguardo stupito e commosso di Shirley. La vita di questa giovane donna fu completamente devastata colmandosi di gioia anche per la sua famiglia. Da quel giorno la casa si ricoprì di fantastiche eriche blu come gli occhi infiniti di Emily.



Aggiornato il 18 ott 2012 | isticomomo@genie.it

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